La Maratona è un virus.
E un virus per il contagio ha bisogno dei suoi vettori.
E vettori sono i maratoneti che con la loro ostinazione, minano pian piano le resistenze immunitarie di chi con la vicinanza si fa contagiare.
Alcuni da questo contagio guariscono, altri no, e cominciano a loro volta a contagiarne altri.
Senza dati precisi alla mano, ma giusto per capirci: nel 1914 è lecito stimare che abbiano concluso una Maratona non più di qualche centinaio di persone. Cento anni dopo, nel 2014, solo negli Stati Uniti sono stati 590.399 i “finishers”. In Italia oltre 38.000. Il contagio ha assunto ormai dimensioni sbalorditive.
Chi ha corso una Maratona, ricorda perfettamente da chi sia stato contagiato. Perché è un ricordo indelebile, un file protetto. Questi ricordi sono appresi e rielaborati in parte per via verbale e in parte mediante altri sistemi simbolici, nonché tramite l’imitazione e la “citazione”.
Mettendo da parte le metafore, il vocabolario della lingua inglese alla parola influence attribuisce un significato :
“the capacity or power of persons or things to be a compelling force on, or produce effects on the actions, behavior, opinions of others”
Un significato perfetto per descrivere la dinamica di relazione che si intreccia tra chi corre una Maratona e chi ne resta influenced
A noi di almostthere è sempre interessato il giusto soffermarsi sugli aspetti tecnici e di performance dello sport. Molto di più, semmai, ci cattura il cercare di capire cosa lo sport riesca a muovere, NELLE e TRA le persone. Aspettarsi diversi risultati, è uno dei quote che meglio sintetizza il “credo” di almostthere.
Da qui è partita l’idea di INFLUENCED. Una “campagna”, direbbero i pubblicitari. Uno storytelling per immagini e parole, preferiamo dire noi.
L’idea è stata quella di mettere in luce, è il caso di dire, le persone e quel pensiero ricorrente che in ogni maratoneta diventa una sorta di mantra, che accompagna ogni passo, ogni allenamento, ogni gara.
In primo piano abbiamo voluto i volti, gli sguardi, che scrivono come un gessetto su un fondo scuro – quasi una lavagna – poche e semplici parole di ispirazione, di chi influenza, per chi è influenzato.
Ogni influencer ha scelto le sue parole “magiche”, e il suo “influenced”.
Marco Craig ha progettato e scattato le fotografie.
Scavando nei ricordi remoti di gare trasmesse su TV in bianco e nero, spesso in differita, riemergono nitide, le immagini epiche di Maratoneti eroici, inavvicinabili, di grandezza quasi impossibile da misurare.
I “piccoli” maratoneti in queste fotografie, e le loro piccole storie per molti influenced non sono meno grandi di quei campioni.
Il contagio continua.
Grande Ippolito!